Il dentista sì è innamorato di un 730, lo accarezza e non lo vuole mandare
Avrei preferito non ritornare su
argomento 730 ma il susseguirsi degli eventi mi richiamano in trincea e
pertanto sono costretto ad annoiarvi ancora un po’.
Ci siamo da poco lasciati alle
spalle l’operazione “T(ri)ONFO” del 730 precompilato (per l’anno d’imposta
2014) conclusa (per chi sa leggere tra le righe) con un grosso flop. Gli utenti
che si sono gestiti il modello da soli in propria area riservata sono stati
pochini, circa 1,4 milioni sui 20 milioni che hanno presentato il modello e tra
questi 1,4 milioni una buona parte è stata comunque assistita da
professionisti. (Link
ad articolo di Italia Oggi)
Nonostante lo scarso successo e
le difficoltà operative incontrate, il governo, invece di prendersi una pausa
di riflessione, ha deciso di spingere ulteriormente sul pedale
dell’acceleratore pubblicando in data 11/08/2015 il Decreto contenente le
specifiche tecniche riferito all’obbligo di trasmissione delle spese sanitarie
a carico delle ASL, aziende ospedaliere, istituti di ricovero, policlinici
universitari, farmacie, strutture accreditate e degli iscritti all’albo dei medici chirurghi ed odontoiatri.
Il prossimo 730 precompilato si
dovrebbe pertanto arricchire e popolare dei dati relativi alle spese sanitarie
sostenute dal contribuente. Il condizionale resta d’obbligo, vedremo tra poco
il perché.
L’invio di tali spese potrà
essere svolto anche da intermediari appositamente incaricati (commercialisti,
etc.) dietro conferimento di apposita delega.
Tutto pronto e chiaro? Per niente.
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