Post

Visualizzazione dei post da 2012

ECCO PERCHE' IL REDDITEST NON VERRA' UTILIZZATO

Dopo poche ore dalla messa in circolo del nuovo programma redditest da parte dell'Agenzia delle Entrate e dopo le prime simulazioni sono giunto alla conclusione che  non utilizzerò il redditest per nessuno dei miei clienti salvo in caso di verifiche in corso. Ecco perché. Dal lato del software il programma non ha una bella grafica, è di facile compilazione anche se dispersivo e l'ordine visivo con cui sono indicati i campi da compilare non è lineare non essendo gli stessi incolonnati. Punto dolente, soprattutto per me che devo gestire simulazioni, ma anche per il contribuente che lo volesse utilizzare come strumento di orientamento, pare che il reddito dichiarato, una volta inserito, (al pari dei campi previsti nella sezione nucleo familiare) non possa più venire modificato, pertanto se volete cercare di capire quale dovrebbe essere il reddito che calcola il software entrate in una mission impossibile poichè dovreste aprire un'altra simulazione, reinserire un re

Redditest ... la scoperta dell'acqua calda?

Scrivo a poche ore dal rilascio del software redditest, atteso da tutti come lo strumento che risolverà buona parte dei problemi di gettito dell'erario, individuando i contribuenti cattivi (semaforo rosso) ed invitandoli a dichiarare di più (compliance). Se da un lato il software non sarà un redditometro vero e proprio, non avendo la patente giuridica di strumento accertativo, dall'altro lo "sport" praticato nelle prossime settimane dagli italiani sarà sicuramente quello di verificare se si è congrui o meno. A meno di invenzioni statistiche mirabolanti, (?!) c'è il rischio di vedere trasformate cento euro di spese in mille di reddito (e allora si ricadrà in tutti i vizi ed orrori del vecchio redditometro). Se non sarà così (me lo auguro) il nuovo redditest non farà altro che sommare tutte le spese che il contribuente ci ficcherà dentro confrontandole con il reddito dichiarato. Tutto qui. E allora? A cosa serve? Di fatto a nulla. Per fare questo conteggio baste

Formazione obbligatoria professionisti: i costi si deducono al 50%

In occasione della pubblicazione della circolare 25/E del 20/9/2012 l'Agenzia delle Entrate ha perso un'occasione per interpretare in maniera "pro-contribuente" l’articolo 54, comma 5, del D.P.R. 22 dicembre 1986, n.917 (TUIR), relativo alle spese di aggiornamento professionale sostenute da professionisti il quale dispone che “[…] le spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, sono deducibili nella misura del 50 per cento del loro ammontare”. Stante l'obbligatorietà di tale formazione continua permanente sembrava infatti illogico non consentire la deducibilità totale di tali spese (almeno per quelle di mera iscrizione al corso). Invece l'Agenzia, trincerandosi dietro una mera interpretazione letterale dell'art. 54,  ha escluso la possiblità di detrarre al 100% tali spese. In conclusione: formazione obbligatoria, obbligatorio il pagamento, inerenza totale della s

Pressione fiscale al 95%. Volete aumentarla ancora un pochino?

Sto osservando i carichi fiscali di alcune srl su bilanci al 31.12.2011. Tra Ires e Irap si oscilla dal 75 al 95% dell'utile civilistico. Come può uno Stato civile tollerare tale situazione e considerarla rispettosa del principio di capacità contributiva previsto dalla Costituzione? Come possono gli imprenditori continuare a sopportare tutto questo? Non riesco a capacitarmene.  Una pressione fiscale diretta del 95% scoraggia qualsiasi investitore e toglie risorse altrimenti da destinare ad investimenti e sviluppo, invogliando l'imprenditore stesso a cercare "tutte" le soluzioni possibili per abbassarla. La riduzione di questo incivile "esproprio"  dovrebbe essere tra i primi doveri di uno Stato serio.

E' ora di dire basta

E' ormai troppo tempo che le cose non vanno più come dovrebbero andare. Mi riferisco, naturalmente a ciò che osservo svolgendo il mio lavoro di Dottore Commercialista. Le norme sempre più indecifrabili, le semplificazioni di facciata che in realtà aggravano ulteriormente il quadro, la morsa fiscale sempre più stringente e sempre più basata sul nulla stanno rendendo la mia professione una via crucis piena di trappole. Incastrati tra il fisco che pensa sia lecito trattarci come dipendenti o sguatteri e il cliente che non si rende conto dei salti mortali che dobbiamo fare per evitare di fargli commettere errori. Questo blog vuole essere un diario delle cose che non funzionano, cercando di evidenziare le assurdità di alcune parti del sistema e di suggerire o provare a ragionare su come potrebbero essere impostate diversamente; vuole essere però anche un segnalatore delle situazioni normali e che funzionano, perchè la speranza non va naturalmente mai annientata e dai comportamenti valid